Antonio Ferrara è Psicologo, Psicoterapeuta, Fondatore e Didatta supervisore dell’IGAT. A partire dall’integrazione tra Psicoterapia della Gestalt e Analisi Transazionale, ha elaborato il modello GATES, una Psicoterapia Trasformativa che propone una visione dell’uomo e una prassi di lavoro del tutto innovativa. Ha ideato il Teatro Trasformatore, una forma di intervento terapeutico utilizzabile in piccoli e grandi gruppi, sintesi creativa dell’arte teatrale e del modello integrato della Scuola.
Antonio Ferrara è psicologo – psicoterapeuta, fondatore, direttore e docente supervisore dell’IGAT, Istituto di Gestalt e Analisi Transazionale e della Scuola quadriennale di Specializzazione in Psicoterapia (riconosciuta dal MIUR). Direttore fondatore e docente supervisore del Corso triennale di Counselling, riconosciuto dal CNCP, di cui è socio fondatore e dalla SI.co. Vive e lavora a Napoli. È socio fondatore, past president e didatta supervisore della FISIG, Federazione Italiana delle Scuole e Istituti di Gestalt. Già Consigliere dell’Ordine degli Psicologi della Campania.
È membro dell’EAGT- European Association of Gestalt Therapy.
È Analista Transazionale e didatta supervisore riconosciuto dall’ITAA/EATA/IAT.
Già parte dello staff di supervisione, in Italia e all’estero, dei programmi internazionali SAT, coordinati da Claudio Naranjo.
Esperto di tradizioni spirituali, ha elaborato il modello terapeutico GATES: Gestalt, Analisi Transazionale, Enneagramma, Spiritualità, e il “Teatro Trasformatore”.
Insegna in diversi paesi in Europa e in America Latina e del Nord.
Membro del comitato di ricerca scientifica della FISIG.
L’associazione OPEN GATES nasce nel 2015 con la finalità di promuovere la conoscenza e l’applicazione del modello GATES, un approccio originale e innovativo, frutto della pratica terapeutica ultratrentennale del dott. Antonio Ferrara, direttore e fondatore dell’Istituto IGAT, che opera sul territorio nazionale e internazionale dal 1987.
OPEN GATES propone il MODELLO COUNSELLING TRASFORMATIVO che deriva dall’integrazione di grandi scuole come la Gestalt, l’Analisi Transazionale, l’Enneagramma, secondo il modello di Claudio Naranjo e la Spiritualità, intendendo con questo termine la conoscenza e l’applicazione nel counselling di tradizioni provenienti dal Buddismo, come le meditazioni Vipassana e Zen, oltre ad approcci innovativi sviluppati da Claudio Naranjo nel corso dei suoi cinquant’anni di insegnamento, volto allo sviluppo armonico e consapevole dell’essere umano.
L’Associazione si avvale di uno staff didattico, composto da docenti nazionali e internazionali, ed è riconosciuta dalle Associazioni CNCP, di cui il dott. Ferrara è socio fondatore e SICo, negli albi delle quali è possibile iscriversi, a completamento della formazione, secondo le norme stabilite dalle stesse CNCP e SICo.
L’Associazione OPEN GATES affianca all’apprendimento di teoria, tecnica e metodologia, l’esperire e il saper fare, dando particolare attenzione alla crescita e allo sviluppo personale dei propri allievi.
Il programma formativo, per la ricchezza e la qualità degli insegnamenti, oltre alle competenze, prevede l’acquisizione di uno stile personale e, grazie a questo insieme, diventa più facile l’inserimento nel mondo del lavoro.
È parte integrante della nostra filosofia riconoscere che ogni essere umano è naturalmente dotato di capacità ed è in grado di esprimere pienamente il proprio potenziale, risolvendo i problemi che affronta quotidianamente, prendendo decisioni e utilizzando appieno le proprie competenze sociali.
Il nostro è un approccio unitario, unico nel suo genere che possiede una precisa visione dell’uomo e peculiari modalità d’intervento.
Tradizionalmente le due scuole, Gestalt e Analisi Transazionale, hanno avuto reciproche influenze a partire dagli anni ‘50 quando, negli Stati Uniti, si imposero come modelli autonomi, staccandosi dalla Psicoanalisi, dalla quale entrambe traevano origine. I due approcci, di tipo fenomenologico esistenziale, si caratterizzarono l’uno, la Gestalt, per la tendenza soprattutto “esperienziale”, e l’altro, l’Analisi Transazionale, come approccio prevalentemente analitico.
La Gestalt introdusse, nel mondo della Psicoterapia e del Counselling, un atteggiamento spiccatamente relazionale ed enfatizzò la necessità che il paziente o il cliente si riappropriasse dei propri potenziali, dando spazio alla capacità di autoregolazione organismica, alla responsabilità individuale e alla consapevolezza, l’ ‘awareness’, fattore fondamentale per il cambiamento e la crescita.
D’altro lato l’Analisi Transazionale, a partire dalla rielaborazione in termini fenomenologici della concezione di Stati dell’Io, esperienza che affonda le sue radici nella stessa Psicoanalisi, estese il suo corpus teorico alle leggi e alla pratica della comunicazione, alle transazioni, alla teoria dei giochi psicologici ed al Copione di Vita, la complessa mappa che governa l’esistenza umana.
FREDERICK S. PERLS
“Perls ebbe un impatto forte e dissacrante nel mondo della terapia. Fu persona piena di fascino che si imponeva con la sua presenza, odiato o amato che fosse. Alcuni pensano che la profondità e la pienezza del suo messaggio furono oscurati dalla spettacolarità teatrale che metteva nel proprio lavoro. Chi lo conobbe racconta che non si restava indifferenti al suo modo intenso di entrare nella relazione. Intorno a lui si sviluppò un movimento culturale che andò al di là del mondo della terapia. Perls fu un filosofo dell’esistenza. (…)
Della Gestalt mi colpì subito l’enfasi che metteva sulla crescita personale del terapeuta, considerata come fondamentale fattore formativo. Questa convinzione avvicinò il movimento gestaltico alle tradizioni spirituali di origine orientale. Il terapeuta si forma crescendo e il paziente guarisce crescendo. (…) La terapia della Gestalt fu quindi connotata da un’attenzione alla salute mentale piuttosto che alla patologia. (…) Il limite umano esiste e non vi è altra possibilità che conoscerlo ed accettarlo.
Perls propose come ideale terapeutico l’uomo consapevole, calato nel qui e ora, responsabile delle sue azioni. La consapevolezza fu il principio guida e l’attenzione al qui e ora sollecitò alla presenza consapevole. Calarsi nel “qui e ora” prevede un’idea di presenza che con profondo realismo si traduce nel vivere l’esperienza attimo dopo attimo, nella sua interezza, senza evitamenti e distrazioni che da un lato ci proteggono da dolori e paure e dall’altro ci allontanano dal nostro stesso essere. (…) Il continuo di consapevolezza, che considero allo stesso tempo una tecnica e una filosofia terapeutica, è un esercizio attraverso il quale diamo attenzione all’esperienza attimo dopo attimo.
Restando in pieno contatto con pensieri, emozioni e sensazioni si scopre che è impossibile trattenerli, si dissolvono da soli e dal vuoto che resta emergono nuove esperienze e nuove possibilità. È ovvio quindi che quando la consapevolezza scorre in maniera fluida non c’è attaccamento e i nodi si sciolgono: non c’è patologia. Se invece il processo si interrompe e subentra la fissazione ad alcune limitate esperienze, oppure gli stimoli si affollano nella coscienza e si confondono l’uno nell’altro senza trovare uno spazio di esistenza propria, allora si formano impasse paralizzanti. Viviamo stati di malessere ed entriamo nella patologia.
La saggezza naturale si interrompe e la salute mentale, che appare e prende forma proprio in quel libero fluire, viene sostituita da fissazioni a stati emozionali e a nuclei cognitivi che si ripropongono in maniera stereotipata e ripetitiva, strutture rigide, sempre uguali a sé stesse, nelle quali ci identifichiamo. Sono stati emotivi esageratamente appassionati, idee fisse e generalizzazioni irrazionali dalle quali si sono sviluppati i nuclei caratteriali, cioè la mappa organizzativa della nostra esistenza. Perls aveva molta fiducia nella forza di guarigione del continuo di consapevolezza. (…) Contiene una concezione esistenziale che suggerisce modi di vivere più significativi. ” (A. Ferrara “INformazione Psicologia Psicoterapia Psichiatria”, n° 41- 42, settembre – dicembre 2000 / gennaio – aprile 2001, pagg. 72 – 77, Roma)
ERIC BERNE
“Berne era ammirato dalla creatività di Perls che, a partire da movimenti apparentemente insignificanti, lo sfioramento di una mano, un battito di ciglia o qualsiasi altro gesto manifestasse il paziente, modalità che oggi sono abbastanza abituali, ma totalmente rivoluzionarie in quell’epoca, era capace di sviluppare lavori di grande intensità emozionale. Soprattutto emergevano significati e, attraverso il contatto consapevole, si producevano immediati effetti terapeutici. Lo invitò a fare dimostrazioni durante i seminari che teneva regolarmente a San Francisco e lo considerò un modello per quel tipo di intervento al quale lui stesso era molto interessato: trattare il paziente a partire dall’osservabile.
Berne, a differenza del fondatore della Gestalt, fu persona schiva e riservata. Cercò più nella elaborazione teorica la propria affermazione che non nell’esperienza viva che proponeva Perls. Questa fu una differenza che caratterizzò le due scuole di terapia anche in seguito. Berne, tuttavia, non fu un teorico astratto. Le sue elaborazioni teoriche traevano origine proprio dalla sue esperienza clinica, e formulò teorie dirette alla pratica. Il suo motto fu “Prima cura” e con questa intenzione formulò procedure di intervento di rapida efficacia che alleviassero presto la sofferenza. Pur occupandosi nell’immediato del sintomo, non professò una filosofia comportamentale e, in un certo senso, fu un precursore del counselling, perlomeno nelle prime fasi della sua ricerca, quando, tralasciando il lavoro psicoanalitico che avrebbe ripreso più tardi con ottiche completamente diverse, si concentrò soprattutto su quello che lui chiamò il “controllo sociale”. Più organizzato di Perls, costituì una associazione internazionale che, con il tempo, garantì gli standard formativi degli analisti transazionali nelle loro diverse aree di intervento, clinico, educazionale e quello relativo alla consulenza. Soprattutto dette una struttura teorica e metodologica al nuovo approccio che andava elaborando.” (A. Ferrara “INformazione Psicologia Psicoterapia Psichiatria”, n° 41- 42, settembre – dicembre 2000 / gennaio – aprile 2001, pagg. 72 – 77, Roma)
CLAUDIO NARANJO
Nato a Valparaiso (Cile) nel 1932, Claudio Naranjo ha studiato medicina, musica e filosofia. Psichiatra e psicoterapeuta, dopo un training presso l’Istituto cileno di Psicoanalisi con Ignacio Matte Blanco, ha insegnato psicologia all’Università del Cile e ha diretto il Centro Studi di Antropologia Medica.
Trasferitosi negli Stati Uniti, è stato fin dai primi tempi nello staff dell’Esalen Institute in California, dove è diventato uno dei successori di Fritz Perls e si è affermato come una figura di spicco della nuova psicologia. Oggi Naranjo è uno dei massimi esponenti della psicologia transpersonale e conduce in diversi paesi del mondo attività di ricerca e formazione, ispirandosi a vari maestri spirituali orientali e occidentali, tra cui Swami Muktananda, Idries Shah, Oscar Ichazo, Suleyman Dede, Sua Santità il XIV Karmapa, Tarthang Tulku Rinpoche, anche se una delle figure di riferimento del suo pensiero rimane soprattutto Totila Albert Schneider, artista e filosofo cileno (1892-1967), di cui Naranjo si ritiene l’erede spirituale.
Nella sua carriera di docente ha insegnato religioni comparate al California Institute of Asian Studies, psicologia umanistica alla University of California di Santa Cruz, meditazione al Nyingma Institute a Berkeley, California, ed è il fondatore del SAT Institute, una scuola di psicologia e spiritualità integrate in cui tra l’altro applica l’enneagramma dei tipi psicologici, di cui è il massimo esperto. Considerato uno dei pionieri dello Human Potential Movement, la sua introduzione dell’idea di “Quarta Via” in Psicoterapia, ripresa da Gurdjieff, è un esempio del suo lavoro d’integrazione tra psicoterapia e tradizioni spirituali. Attualmente il suo impegno prioritario è dedicato al campo dell’educazione. Il programma di formazione per insegnanti “SAT educazione”, da lui creato, intende dare una risposta concreta alle difficoltà che incontra l’educatore, difficoltà individuali che sono espressione di una crisi più generalizzata che caratterizza il nostro tempo. Il progetto pedagogico proposto da Naranjo mira a valorizzare ed a sostenere una nuova sensibilità educativa, che si coltiva soprattutto attraverso un processo individuale di crescita personale. Nell’ambito del percorso educativo noto come “Programma SAT”, la scuola di crescita personale fondata all’inizio degli anni Settanta, Naranjo propone la sua linea pedagogica che è quella di una educazione integrale, che si ricollega al pensiero di Rousseau, Dewey, Montessori e Steiner, ponendo l’accento sugli aspetti emotivi e spirituali del processo di apprendimento e sugli sviluppi che la relazione educativa attraversa nell’ambito di questo processo.
Nel settembre 2007 gli è stata conferita la Laurea Honoris Causa in Scienze della Formazione Primaria presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Udine. (fonte www.satitalia.it)
L’IGAT è membro delle seguenti associazioni:
Federazione Italiana Scuole e Istituti di Gestalt (F.I.S.I.G.), di cui il Dott. Antonio Ferrara è stato socio fondatore e Presidente
Coordinamento Nazionale delle Scuole di Counselling (CNCP)
Società Italiana di Counselling (SICO)
Inoltre, il Direttore dell’IGAT è associato a:
I.A.T. – Istituto di Analisi Transazionale
I.T.A.A. – International Transactional Analysis Association
E.A.T.A. – European Association for Transactional Analysis
L’IGAT collabora, tra gli altri, con:
Scuola Gestalt Viva – Pisa
Escuela Gestalt Viva – Santiago (Cile)
Istituto Gestalt – Trieste
Scuola Gestalt Gestalt Institut – Barcelona (Spagna)
Institute Integratiu – Barcelona (Spagna)
SAT – Berkeley (California)
Istituto Hermes – Vitoria (Spagna)
Istituto EneaSat Brasilia (Brasile)
The Iron Mill Centre – Exeter (Inghilterra)
Associazione per lo sviluppo psicologico dell’individuo e della Comunità (ASPIC) – Roma
Centro studi di terapia della Gestalt (CSTG) – Siena
Associazione Italiana Gestalt Analitica (AIGA) – Roma
Istituto di Analisi Transazionale e Gestalt – Torino
Ha collaborato con:
Istituto di Analisi Transazionale di Lublino (Polonia)
Istituto di Analisi Transazionale di Vilnius (Lituania)
La Montera – Aula de Gestalt para la Psicoterapia y las artes Escénicas – Siviglia (Spagna)
Meta – TR Escola d’Autoconeixement – Barcellona
Escuela Transformaciòn Humana – Colombia
Centro Metafora – Milano
Associazione Italiana di Psicologia Transpersonale – Roma
Istituto di Psicologia Generale e Clinica dell’Università degli Studi di Siena (come membro FISIG),
ed altre organizzazioni in Italia e all’estero.